martedì 12 giugno 2012

Parco Alpini : la verità.




Forse l'amministrazione non guidata da Pezzoli spera, che come lo  smemorato di Collegno,  il cittadino, preoccupato da questa non modesta  crisi economica, alla fine si dimentichi e accetti tutto passivamente. Che sia per gli  alberi, per le  scuole, per l'IMU, o per le tasse. 
Che alla fine l'uomo della strada  borbotti un po' e se ne scordi.
 Purtroppo però qualcuno invece  non si dimentica ...purtroppo per loro.  Che comandi un Tomasoni, un Canova, un Ferrari, un Migliorati o qualche altro magari dal cognome un po' più oriundo, qualcuno si ricorda sempre delle malefatte di un una giunta comunale del suo sindaco o chi altro. 
Oggi per esempio, ci ricordiamo della Ex Pineta di Castione. Dove solo qualche giorno fa si è conclusa una Manifestazione Ambientalista patrocinata dal Comune che ha distrutto il prato
Comunque  ...

 In sostanza in questo articolo arriviamo a queste conclusioni:

  • Al Parco Alpini di Via S. Antonio di Castione della Presolana è stato effettuato un taglio di alberi secolari senza alcun Progetto depositato  precedentemente all'inizio dei lavori.
  • Ai Consiglieri Comunali nonostante la specifica domanda, non è stato possibile visionare alcuna documentazione sui criteri del taglio e di progettazione dell'opera (tipo relazione ambientale etc.) 
  • Tale situazione si palesa ancor più gravemente visto che il  Parco Alpini si trova in piena zona di tutela ambientale in virtù del Piano Regolatore Generale vigente, che recepisce i vincoli dalla legge dello Stato e li applica a quell'area.
  • L'autorizzazione ambientale necessaria a quel tipo d'intervento è stata concessa dall'Amministrazione Comunale a ste stessa sfruttando un evidente  bizzaria  giuridica che delega ai controllati il ruolo di controllori .
  • L'intervento che ha comportato il taglio, è una responsabilità da attribuire al Sindaco e all'assessore alle Opere Pubbliche che: per negligenza, imprudenza ed imperizia, non hanno vigilato su questo intervento, attribuendosi solo successivamente la paternità dell'opera. ,
Buona lettura.

Un passo indietro
Il sindaco,  in risposta alla mozione che presentai  al Consiglio Comunale del 2 Aprile scorso, mi disse  che durante il sopralluogo precedente al taglio, si era nascosto  dietro un albero!!! (e' vero purtroppo) .Oggi purtroppo sappiamo che da quella strana posizione non dispose di un adeguato cono visivo e  probabilmente contribuì al risultato finale!


Ricostruzione grafica del sopralluogo  del Sindaco alla Pineta


Che cosa dice il PRG...
Non contento delle vaghe spiegazioni che in Consiglio mi furono fornite ( della cui vaghezza pure la stampa parlò) , ho cercato oggi di leggere bene tra le carte che disciplinano e governano il territorio di Castione per capire bene  come fosse stato possibile intervenire in quella maniera.
Come sapete il Piano del Governo del Territorio della vecchia amministrazione è stato revocato, e quindi a "dare le regole" fino a che i vari consulenti astronauti chiamati a governare il Comune non avranno dettato la loro linea, rimarrà il buon vecchio Piano Regolatore Generale (PRG) di Castione.
E da qui ci muoviamo nel caso in oggetto.
Questa che vedete sotto è una delle tavole (la numero 7 sui vincoli ) del PRG  vigente che si concentra su di un'area che indicativamente si estende dal centro del capoluogo sino alla parte sud del agglomerato urbano di  Dorga e Lantana.  In mezzo alla tavola domina con la  la sua presenza, la valle di Tede.
In alto leggermente a sinistra invece possiamo scorgere del parco Alpini di Via s. Antonio.
PRG Carta dei vincoli, Foglio n. 7 


Nell'immagine immediatamente sotto  abbiamo la stessa tavola ingrandita, in cui ,con delle simpatiche freccette rosse (messe dal sottoscritto )  viene indicata   una bella linea azzurra, che sembra delimitare una qualche porzione di territorio.  




Purtroppo per i sedicenti riqualificatori di parchi quella  linea azzurra  non è una simpatica  pennellata d'artista, bensì il vincolo ambientale recepito nel nostro Piano Regolatore. Infatti in quella porzione il PRG  non faceva altro che recepire quanto disposto dalle normtive in tema di territorio: zona sottoposta a vincolo ambientale ex art. 146 (Beni tutelati per legge), comma 1, lettera C del D.Lgs. 29.10.1999 n.490 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352. Vincolo già previsto dal DPR 24.7.1977 n. 616, art.82, commi 5, 6, 7, aggiunti dal Dl 27.6.1985 n. 312, convertito con modificazioni nella legge 8 agosto 1985 n. 431, artt. 1 e 1 quater (legge Galasso)
Che tradotto in soldoni dovrebbe dire...non toccare.

Tagliando la testa al toro scopriamo che il buon Galasso (redattore dell'omonima legge) premuroso che qualcuno facesse il furbo con i grafici, disponeva espressamente anche questo:

Sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo titolo in ragione del loro interesse paesaggistico:
1.(omissis)
c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
(omissis).
Adesso bisogna vedere come il PRG adottava queste disposizioni.




Come vedete nell'ingrandimento, il Parco è quello che io a spanne ho cerchiato in rosso. Come si evince, l'area non essendo grigiastra come il resto dell'abitato a sinistra, non poteva, sempre a norma di legge essere violato, proprio in virtù delle norme sovra citate.
Solo quel pezzetto grigio (ossia la casetta degli Alpini in mezzo al Parco ) da me indicata con  cerchiolino blu rimaneva fuori da questo vincolo. Quindi? Zona in piena tutela di Vincolo 
Un eventuale obiezione delle autorità, poteva essere mossa sul fatto che l'intervento venisse considerato alla stregua di un intervento in area di bosco, ma questo non può essere, poichè come vedete in legenda la zona del Parco Alpini non è sottoposta al quel bel verde elettrico indicante quel tipo di area, e pertanto  per il PRG vigente essa non aveva (e non ha) una destinazione boschiva.


Per dovere di cronaca nemmeno chi aveva redatto il PGT Bandiera Nera di legambiente, abrogato dal Consiglio Comunale, si era sognato di metterci le mani. E questo è tranquillamente descritto dalla tavola che, come vedete nell'immagine sotto, manteneva lo spazio della Pineta destinata ai beni e servizi. 



CONCLUSIONE?
Putroppo la grave confusione normativa italiana e regionale ha prodotto una situazione imbarazzante sul fronte ambientale e la riprova è lo scempio se non l'idiozia commessa al Parco Alpini di via S'Antonio.
Il semplice fatto che siano intervenuti in quell'area è attribuibile al fatto che oggi per iniziare una simile attività anche laddove ci siano vincoli, è sufficiente avere una Autorizzazione Ambientale. 
Qualsiasi opera, anche pubblica, che deve essere realizzata in zona sottoposta a tutela ambientale e che modifichi quell’aspetto esteriore dei luoghi che è appunto tutelato, deve essere oggetto di richiesta intesa ad ottenere specifica autorizzazione.
L’autorizzazione ambientale deve essere richiesta all’ufficio preposto del Comune (nella fattispecie del Comune di Castione della Presolana, al Servizio Edilizia privata e Urbanistica) dal Sindaco o dall’Assessore delegato.
La pratica deve essere sottoposta all’esame della Commissione per il paesaggio, istituita ai sensi dell’art. 81 della Legge Regionale n. 12/2005, dopo di che si segue la procedura dell’art. 146 del Dls. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
La autorizzazione paesaggistica NON PUO’ essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione , anche parziale, degli interventi (art. 146, comma 10, lettera c) del citato Dls. n. 42/2004).
Accertata la compatibilità paesaggistica dell’intervento l’Amministrazione Comunale trasmette la proposta di autorizzazione corredata da progetto e documentazione alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Milano e chiede PARERE VINCOLANTE sulla fattibilità delle opere.
Se entro 45 giorni più 15 (60 giorni) la Soprintendenza non risponde si concretizza il silenzio assenso e si può procedere al rilascio della autorizzazione ambientale ed al permesso di costruire, che nella fattispecie di un’opera pubblica di competenza comunale, quest’ultimo, è sostituito dalla deliberazione di approvazione dell’opera da parte della Giunta Comunale.
L’autorizzazione ambientale va trasmessa alla Soprintendenza ed alla Regione Lombardia.
Quindi qualcuno mi conferma che tutte queste variabili sono state tenute in considerazionei da chi ha autorizzato il taglio in area sottoposta al vincolo paesaggistico? 
La conclusione è che sono intervenuti  con superficialità o peggio, come la vedo io, non sapendo  nemmeno cosa stavano facendo.

Cosa si può fare? 
Nulla se non si esclude un esposto alla Procura della Repubblica che può mettere a posto i tasselli,  e cascherebbe a fagiolo visto che il nuovo procuratore Dettori è specialista in reati contro l'ambiente.  Oppure  rimane tutto così, attendendo che fra cento anni gli alberi ricrescano
Nel frattempo abbiamo a che fare con qualcuno che autorizza senza sapere cosa, e interviene in un'area pubblica senza un progetto depositato preventivamente, non si preoccupa di fornire i  dati e ancor peggio non consulta nessun cittadino. E non contento ora, ci va pure a spendere parte dell'avanzo di amministrazione...
Sarebbe quasi il caso di dotarsi di un assessore alle opere pubbliche...

In sostanza fanno un danno al patrimonio comunale e lo fanno pure pagare ai cittadini.
Proprio in linea con il programma di Vivipresolana. 
Complimenti.






Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
(G.D'Annunzio -La pioggia nel Pineto 1902)


                  




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