Ma a chi vengono certe idee?
Mah, lo sapevo e lo temevo... lo temevo sul serio devo essere onesto.
Era inevitabile che dopo un anno e mezzo di panzane e commissioni inutili consultive, avremmo, anzi avrebbe fatto anche la sua prima figuraccia internazionale. Che sia accaduto con quello che "fu il gemellaggio", detto tra noi, non mi sorprende, in fondo il non-sindaco non ci ha mai creduto in questo interscambio di Europeana memoria , un po' perchè i fondi disponibili sono quasi stati azzerati, e un po' perchè egli ...non riesce ad afferrarne il senso del gemellaggio stesso.Come biasimarlo, come sapete è convinto di essere un funzionario delle poste, non il sindaco di Castione. E come ogni funzionario esegue ordini.
Comunque come dicevamo, alla fine la cavolata è riuscito a metterla in piedi, e guarda un po', proprio nel borgo (Bratto) che in questo momento ne ha più a male verso di lui data la vendita delle sue Scuole pubbliche senza un apparente motivo. Peccato. Non me ne vogliano, credo che siano altri i problemi strutturali per Castione della Presolana, ma come detto in passato si capisce da piccole cose il perchè di questa debacle che ha portato a commissariare la maggioranza espressa alle ultime elezioni amministrative. Ovviamente io non sono stato informato della presenza delle delegazioni del gemellaggio, e se non fosse stato per un solerte amic, e per vie traverse, non avrei nemmeno saputo della loro presenza a Castione.
Mi dispiace che per i precedenti impegni già fissati non mi è stato possibile salutare adeguatamente gli amici di Bons e Adenau, conosciuti agli albori della mia elezione in Consiglio, ma c'est la vie...
Va beh veniamo al punto: pubblico sotto un'interessante lettera firmata che io sottoscrivo in pieno, a cui mi sono permesso di sostituire i veri nomi con dei soprannomi non casuali.
Va beh veniamo al punto: pubblico sotto un'interessante lettera firmata che io sottoscrivo in pieno, a cui mi sono permesso di sostituire i veri nomi con dei soprannomi non casuali.
per il resto ahime ...è tutto vero. ... :-)
ci scusiamo ovviamente con gli ospiti internazionali.
Il Comandina Show
Alla disperata ricerca di
un palcoscenico dal quale parlare e mettersi in mostra, il nostro
sindaco Mauro Pezzoli è andato ad occupare il palco della Pegherfest
nella serata di sabato, mossa che le centinaia di presenti hanno
considerato come una intrusione indesiderata. Al suo seguito il
sindaco aveva anche anche il “Comandina”, oltre che una sfilza di
assessori del Bons en Chablais e una signora di Adenau. Infatti
bisognava ‘celebrare’ il decimo anniversario del gemellaggio con
la cittadina tedesca.
La mente della cerimonia,
Il Comandina, ha pensato bene di far ascoltare i tre inni nazionali,
pur nel disinteresse generale. Peccato che l’inno nazionale tedesco suonato,
fosse quello del periodo nazista, con parole che esaltano la
superiorità della razza tedesca e il loro diritto a sottomettere e a
schiavizzare gli altri popoli. La coppia di Adenau presente ne è
rimasti parecchio sconvolta. Provate a immaginare se fosse stata
presente una delegazione ufficiale, magari con sindaco o altre
autorità!
Si è trattata di
ignoranza o presa in giro? Di una coincidenza sfortunata o di un tiro
mancino? Sicuramente di un insulto ai paesi gemellati e anche agli
italiani, che sono state vittime del nazismo.
Ma la famiglia di
tedeschi venuti coi figlioletti a Bratto ha avuto modo di conoscere
la delicatezza e il senso organizzativo di Comandina anche per un
altro simpatico episodio.
Comandina voleva a
tutti i costi dimostrare che si sarebbe ‘celebrato’ il decimo
di gemellaggio con Adenau. Gli è andata male perché da Adenau non
è venuta nessuna delegazione ufficiale ( ma come stupirsene, dal
momento che i tedeschi sono stati completamente trascurati in questo
anno e mezzo?), facendo prenotare inutilmente l’albergo al Comune.
Improvvisamente ha però saputo che una famigliola tedesca era a
Bratto in forma privata per la Pegherfest. Allora, pur informato che
essa era qui in vacanza e che solo parzialmente avrebbe partecipato a
eventuali incontri o cerimonie, si è buttato sui due genitori e sui
due bambini, pensando che facessero al caso suo. Non si è
accontentato che fossero presenti il sabato sera; dovevano
assolutamente presenziare all’incontro del sabato mattina. Insomma:
da famigliola in ferie doveva diventare delegazione ufficiale. Così,
pur senza conoscerli, si è recato nella loro abitazione insistendo
fino all’inverosimile che venissero, senza voler sentir ragioni.
Prima di andar via, ha comunicato loro che sarebbe venuto a prenderli
da lì a un quarto d’ora. La coppia di tedeschi era al limite della
pazienza, anche se per la buona decenza si è controllata. Ha però
fatto le telefonate giuste sia a Adenau sia a Castione per impedire
che scoppiasse una lite, nel caso il nostro Comandina si fosse
presentato a prelevarli. E infatti non si è più presentato.
Perché questa è la
psicologia del Comandina: spargere sorrisi a non finire pensando che
gli altri siano come pesciolini innocui che abboccano all’esca
della sua falsa premura. Autoconvincersi che gli altri siano
abbagliati dalle sue belle parole e che non possano resistere alle
sue richieste e ai suoi ricatti. Leccare in modo spudorato chi gli
fa comodo e schiacciare chi sta sotto. Dall’alto della sua supposta
sapienza prendere in giro per vedere che effetto fa.
lettera firmatissima
Complimenti, per la lucidità e onestà mentale. davvero non meritavi di stare in un gruppo di esaltati. In passsato forse eri sottostimato, anche a causa probabilmente della "campagna elettorale" che tutto falsa, ecc, ma mi sto ravvedendo con grande piacere.
RispondiEliminaGrazie per la stima, ma credimi, il gruppo vinse le elezioni non è composto da esaltati anzi. Purtroppo molto più mestamente era d'obbligo imporre una linea di gruppo più che di Commissari, perchè alla fine e vedrai che sarà così, a farne le spese sarà chi ci ha messo la faccia e continua a metterla per conto terzi. In questo aspetto risiede forse il più grosso fallimento di Vivipresolana, più che per le opere fatte o non fatte. E di questo per quanto può valere, me ne dispiace. Sic transit...
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